Sono d’accordo… Le personalità compiacenti

Le personalità compiacenti

Ci sono bambini che sono stati abituati a compiacere le madri e gli altri familiari per ottenere maggiore apprezzamento dalle loro figure di riferimento. A questi bambini non è concesso manifestare la propria unicità, quindi non crescono in un ambiente familiare accogliente che possa far esprimere loro le iniziative e, se necessario, la loro aggressività. In questo modo i bambini reprimono, in una certa misura, la loro vera natura, quindi sono destinati a dipendere dal giudizio degli altri, e su tale giudizio fondano la propria autostima. Per essere accettati e sentirsi accolti e al sicuro in un ambiente protettivo devono imparare ad accettare acriticamente certe regole senza creare conflitti. Anche da adulti per conservare una buona opinione di sé devono continuare a compiacere gli altri. Tutto questo fa sì che queste persone possono cadere in uno stato ansioso depressivo se subiscono un fallimento, se non riescono a stare in linea con quello che gli altri si attendono da loro.

Quando incontrano le difficoltà del vivere quotidiano, non cercano di tirare fuori la grinta e le risorse personali ma si demoralizzano. A nulla serve l’esperienza di eventi portati avanti con successo in passato perché in fondo non credono di valere e non hanno una individualità. Quindi per recuperare un po’ di valore personale sono sempre ben disposte a conciliare per essere ben volute dagli altri, non si mettono mai in mostra esponendo il proprio pensiero, soprattutto se in controtendenza di altri.

Se conciliare è una modalità positiva ad esempio, per accettare il punto di vista altrui e non essere di ostacolo alle decisioni di un gruppo o creare inutili tensioni, d’altra parte non apporta nessun tipo di ulteriore opinione, spunto di arricchimento agli altri. Non esprimersi significa anche autodistruggersi, non sperimentare mai una relazione affettiva di interscambio. Le persone che hanno questo stile relazionale, soltanto se hanno molto estro artistico, riescono ad esprimersi ad esempio producendo un’ opera creativa che li rappresenti, lasciando loro la possibilità di liberarsi nella realizzazione delle proprie idee.

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