Come combattere il cyberbullismo

Combattere il cyberbullismo

In ogni contesto sociale la reputazione, ovvero la credibilità che ciascuno di noi ha all’interno di un gruppo sociale, ha un ruolo di grande rilevanza.

Il Web è uno strumento straordinario di diffusione di notizie ed informazioni e non dimentica mai nulla. Ragione in più per curare con massima attenzione la propria reputazione online.

Ognuno è responsabile di ciò che personalmente scrive, o di ciò che intenzionalmente diffonde. Internet è uno strumento che può garantire una estrema libertà di espressione. Essere liberi significa anche essere responsabili e civili.

Cosa fare allora se ci sentiamo violati?

È importante parlare di ciò che sta accadendo con degli amici, con i propri genitori o con un referente dell’Istituto scolastico perché ad oggi esiste una Legge – Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo– e ci sono tanti professionisti pronti ad intervenire, come ad esempio la Polizia Postale e le associazioni sul territorio che lavorano su questo specifico tema. Quindi è importante non chiudersi nella solitudine ma comunicare ad altre persone il nostro disagio. Inoltre ci sono tanti altri professionisti come gli psicologi che possono darci una mano per capire le nostre difficoltà relazionali, comprese le difficoltà del bullo. Sì, anche del bullo, perché non si pensa mai che il bullo o il cyberbullo è colui che prova un disagio, al pari o più del nostro, e lo esprime in maniera negativa, cioè irretendo l’altro.

È importante però chiarire che per l’ordine giuridico anche se il bullo è una persona in difficoltà è comunque colui da punire, mentre la vittima è da proteggere.

L’importante è parlarne con qualcuno, cioè bisogna far emergere la situazione che stiamo vivendo senza vergogna né remore, perché questo è il primo passo per mettere fine a ciò che viviamo come sgradevole ed evitare il peggio.

Bisogna uscire dalla logica che esiste un modello vincente scelto da un singolo o dal gruppo di prevaricatori.

Adottare un comportamento che potrebbe far soffrire qualcun altro non è segno di intelligenza. Dietro gli schermi di un computer o di uno smartphone ci sono comunque degli esseri umani, e il computer non è un filtro che ci mette al riparo da conseguenze legali o dal creare forme relazionali sofferenti.

La legge prevede che il minore che abbia compiuto 14 anni e sia vittima di bullismo informatico (nonché ciascun genitore o chi esercita la responsabilità sul minore) può rivolgere istanza al gestore del sito Internet o del social media per ottenere l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale del minore diffuso su Internet che deve essere eseguita entro 48 ore dall’istanza. Se ciò, per una qualsiasi ragione, non dovesse avvenire, ci si può rivolgere al Garante della Privacy.

Inoltre è bene che i genitori parlino di più con i figli di tecnologia e di quanto sia importante utilizzarla responsabilmente e in sicurezza. I genitori dovrebbero osservare il comportamento dei propri figli quando utilizzano i social.

Mentre i ragazzi dovrebbero pensare alle conseguenze di ciò che postano, e a non scambiare foto o immagini personali dando confidenza agli sconosciuti con l’illusione di fare facili amicizie o con l’illusione di riuscire a tenere “sotto controllo” la situazione. Dare confidenza agli sconosciuti pensando di fare facili amicizie scambiando sul web foto, immagini e informazioni personali nostre o di un familiare potrebbe essere molto pericoloso.

È indispensabile segnalare subito ciò che sembra essere lesivo alla propria persona.

 

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