Compiti per le vacanze
Anche quest’anno circa 7 milioni (secondo i dati del ministero dell’istruzione) di italiani, dalle elementari alle superiori si sono trovati a dover affrontare lo stress dei così detti “compiti per le vacanze”.
Tra questi la maggior parte di essi li ha già svolti in modo calibrato e graduale durante le vacanze, mentre una residua percentuale li svolgerà solo a settembre nell’imminenza della riapertura della scuola.
Se da tale fenomeno, escludiamo gli studenti con delle lacune specifiche e quelli alle prese con gli esami di riparazione, che quindi devono colmare alcuni gap rispetto ai propri compagni, possiamo provare a riflettere sull’ utilità dei compiti per le vacanze.
In effetti dovremmo pensare al periodo delle vacanze estive come un tempo di riposo, attività fisica e di divertimento, in cui stare con i propri amici e la famiglia.
In tale contesto è sicuramente bocciata l’ipotesi dell’imposizione dei libri da leggere che certamente non aiuterà ad amare la lettura ma, al contrario, rischia di ottenere l’effetto opposto.
Infine, c’è anche da rilevare che spesso gli insegnanti non controllando se i compiti assegnati a giugno siano stai effettivamente svolti, fanno così passare il messaggio che è del tutto inutile fare tali compiti.
Forse è quindi opportuno far trascorrere il periodo delle vacanze estive dei nostri ragazzi senza assillarli con compiti il più delle volte inutili, in modo da farli ripartire freschi e riposati pronti ad affrontare le nuove sfide del nuovo anno scolastico.