Sviluppo sessuale
Ogni genitore vorrebbe aiutare i propri figli a fare scelte sessuali responsabili, ma spesso sia per una forma d’imbarazzo nel parlare di certi argomenti sia per la complessità effettiva della questione è difficile affrontare tale argomento con i propri figli.
Infatti lo sviluppo della propria identità sessuale è un processo complesso e articolato che inizia fin dai primi anni di vita dei bambini.
Paradossalmente già con il gioco il bambino compie un proprio percorso attraverso il quale esce da se stesso e si va a differenziare, imparando anche a conoscere il proprio corpo, le sue abilità, i suoi limiti ecc.
Il gioco quindi svolge la stessa fondamentale funzione sia per i bambini sia per le bambine e nei primi anni di vita non si verificano rilevanti differenze tra le attività svolte. Delle differenze invece possono delinearsi all’età della scuola materna dove stimoli esterni cominciano ad incanalare il proprio orientamento sessuale secondo i canoni tradizionali.
Con il crescere, inoltre, sovente capita che il piccolo maschio si dimostra innamorato della mamma e la femmina del padre e spesso i genitori ne sono giustamente orgogliosi e compiaciuti in quanto il loro figlio dimostra di aver fatto molta strada prendendo autoconsapevolezza di se stesso come persona autonoma e dimostra di saper interagire con un’altra persona diversa da sé.
In genere arrivati alle scuole elementari le differenze fisiche (e anche psichiche) dei bambini vengono maggiormente evidenziate e i bambini stessi tengono molto ad essere riconosciuti per la propria specificità. Anche gli interessi cominciano a distinguersi e per questo maschi e femmine preferiscono ad esempio giocare separatamente.
E’ tuttavia importante sottolineare come nel comportamento le differenze tra bambini e bambine non sono sempre nette e marcate e se fino a qualche tempo fa si riteneva opportuno incoraggiare i bambini ad orientamenti netti, ovvero i maschi ad essere maschi e le femmine ad essere femmine, attualmente si preferisce una linea educativa tendente ad uniformare gli interessi e le attività. Spesso però i genitori di fronte a tale orientamento educativo esprimono una vaga inquietudine come se temessero lo sviluppo verso l’omosessualità e ciò induce spesso maschi, che captano questa preoccupazione, a provare vergogna verso i loro aspetti più teneri e a tenerli nascosti.
E’ però indubbio che bambini e bambine presentano delle differenze cha vanno rispettate e coltivate offrendo nel contempo l’opportunità di sviluppare ogni lato della propria personalità.
Arrivati alla pubertà, si ha da parte del ragazzo una vera e propria rottura con il passato, non solo in quanto si è difronte a modificazioni corporee radicali e incontrollabili, ma anche e soprattutto perché tali modificazioni promuovono la maturazione sessuale che comportano “la morte” definitiva delle fantasie infantili. Ciò metterà nuovo ordine nel proprio universo psico-fisico immettendovi definitivamente le categorie di differenza di genere e della necessità di appartenere ad un solo genere con la logica conseguenza dell’impossibilità di appartenere a generi diversi.
La preadolescenza, che si pone attorno al periodo dello sviluppo puberale, è quindi quel tempo in cui per prepararsi ad avere lo scambio genitale i ragazzi realizzano che devono distaccarsi dalle fantasie infantili per poter accedere al loro futuro costituito da persone adulte.
Se spesso le cose procedono in modo graduale senza grosse difficoltà, altre volte invece emergono difficoltà nel lavoro emotivo e mentale che accompagnano la crescita e che, se non analizzati e compresi, andranno a condizionare in maniera negativa il resto della vita dell’individuo stesso.